Re: [jobs] Ricerca sviluppatore Ruby On Rails - Related

Il giorno 02 ottobre 2013 10:30, Sergio B.
[email protected]ha scritto:

Molto interessante, grazie.

http://ryancarson.com/post/61562761297/no-managers-why-we-removed-bosses-at-treehouse

Alan, my Co-Founder, and I started exploring possible solutions and
considered removing the lowest layer of managers and asking them to go
back
into producing (which is what they were originally hired for)

In my experience, managers started off as workers and then moved up the
ladder, getting farther and farther from the front line. They gained
power
but slowly lost their touch with the day-to-day realities of talking to
customers and actually creating solutions to their problems. The
managers
team lost respect for them because they could no longer produce, which
means they would set unrealistic deadlines

Ecco l … tipico problema di una media - grande azienda italiana.

S.

Non tutta una questione di soldi ma dimmi te, come si fa a 2x anni a
pensare di comprare una casa o avere una vita normale prendendo 1x00
euro al mese?

E non che sono 1x00 al mese per adesso, non c’ nessuna prospettiva o
possibilit di fare meglio.

L’ Italia una bolla in Europa dove si pensa che pagare la professione
pi richiesta al momento come manodopera non specializzata sia normale.
Dove quando vai a chiedere di fare il dipendente per met della cifra che
ti offrono all’ estero il capo, che si sta tirando fuori 10000 euro al
mese (non mettere i dati sull’ istanza di sqlserver su cui lavoro se non
vuoi che li veda) e va in giro col piattino a piangere che c’ la crisi,
ti dice “mi spiace ma quello che chiedi tu uno stipendio da
supermanager”.

La bolla scoppier prima o poi. Immagino.

Scusate lo sfogo ma ne ho veramente pieni i coioni.

Andrea


Da: [email protected]
A: "ruby-it" [email protected]
Cc:
Data Wed, 2 Oct 2013 10:25:15 +0200
Oggetto: Re: [ruby-it] [jobs] Ricerca sviluppatore Ruby On Rails -
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Ciao Antonio, tutti

ho 50 anni …
ho iniziato a lavorare nell’informatica nel 1984
ho fatto la “carriera” che negli anni '80 / ‘90 era usuale per un
informatico in Italy, e la mia esperienza è quella che descrivi tu…:
ho iniziato a programmare in C …
ho fatto l’ “analista programmatore” come “body rented” :slight_smile: in aziende
di consulenza
ho fatto il manager in multinazionali enormi.
poi la mia ultima multinazionale (milano-based) è andata in crisi (ma
và?!)
mobbing → buono uscita → tornato a casa.
ora faccio il freelance e sono “tornato” al mio lavoro delle origini, sw
develop. anche in ruby (on rails).

Ancor prima di laurearmi, già lavoravo come monkey (con cravatta) per
una banca italiana,
ovviamente lavorando nella solito sistema mafioso della scatola cinese
dei subappalti…
e la azienda per cui lavoravo er al’ultima ruota del carro … :frowning:

Vabbè, Lì un giorno andai dal mio capo (una persona con i coglioni,
anche lui in subappalto, uno che aveva vissuto negli USA, uno che era
coautore di un libro OO database, per cui massimo rispetto … ). Mi
lamentavo di avere uno stipendo troppo basso:
Lui mi guardò e disse: “Giorgio, devi laurearti e andare via
dall’Italia. Per avere uno stipendio decente, come softwaerista, devi
ander in US”

L’aumento di stipendio non lo presi…, ma presi buono il suo consiglio
e mi “omologai” al fare il percorso da pm … restando in Italia però
… E’ finita come dicevo sopra, e sono d’accordo con chi diceva qui,
che ormai sono pure finiti gli anni del “body rental” … :frowning:

A riguardo degli stipendi di Londra (di programmatori Ruby on Rails):
pare vero che siano elevati, ma è vero anche che il costo della vita a
Londra ed il fatto che si tratta spesso di contratti “temporary” rendono
difficile la decisione di andar su…
Personalmente, con i soliti cacciatori di teste RoR di Londra, ho
provato a proporre gestione di progetti in remoto, ma la cosa in realtà
non mi pare funzioni… è probabile che ci sia da una parte un
pregiudizio su presunto mafioso-italico style, e va detto che, se è vero
che gli stipendi appaiano alti… l’approccio che vedo hanno il 100% dei
head hunters ruby è quello di ricerca di programmatori puri, body (head)
rental monkeys appunto… il che cozza con un meccansimo di lavoro a
progetto (nel senso no-body-rental!)

Però quello che non capisco è perchè lavorare noi Italiani in remoto non
possa funzionare … paradossalmente, in questo scenario, saremmo noi
LAVORATORI ITALIANI ad avere un COSTO DEL LAVORO più basso di quello
londinese … no ?!

Probabilmente qui davvero manca un marketplace (nel senso che in
generale non c’è un sistema di domanda-offera a livello inter-nazionale)

Infine, tornando al nostro piccolo di domanda-offerta nel settore
sviluppo sw ror, effettivamente sarebbe utile un marketplace (neel senso
di sitarello web questa volta)

my “two” cents
giorgio Giorgio Robino - Genova, Italy, IT Project manager, Software Developer, Software Develop Engineer, Electronic Engineer, Dipartimento di Ingegneria Biofisica ed Elettronica DIBE -UNIGE | about.me

Antonio C. wrote in post #1123164:

In Italia la carriera tecnica cappata se vuoi fare SOLDI devi diventare
un manager.
Non che all’estero sia sempre vero il contrario ma lo sviluppatore non
visto come un operaio.

Questo. Mille volte questo.
Ed ecco perch la mia avventura da libero professionista si sta
concludendo, almeno su questa sponda dell’Atlantico.


Luca P.
[email protected]

ciao Sergio,

Il modello Capobianco che ormai abbastanza noto, o sbaglio ?
Why Italy by Fabrizio Capobianco

il “modello” non lo conoscevo :frowning: ma mi ricordo di Capobianco quando
era boss in TIBCO… (bei tempi in cui ero “cliente” di TIBCO ),
poi ho perso contatti… interessante però eh, grazie! :slight_smile:

Tipo http://www.starbytes.it/ di Reply ?

tipo … mmhh… devo guardare meglio,
questa mi pare più che altro una iniziativa di crowdfounding
fatta da azienda privata di consulenza IT…

non dico che non sia OK, ma pensavo (giusto come idea) più banalmente al
classico “marketplace” con un modello di business … non
necessariamente profit, fatta da/per comunità di sviluppatori …
con un qualche meccanismo da definire di raking delle aziende che
offorno lavoro e delle persone che prestano servizi (saremmo noiartri
monkeys)… e con una gestione della black list delle aziende che non
pagano … hi hi hi :slight_smile:

p.s. Giorgio 2 cents belli lunghi :smiley:

in generale, la sintesi o è punto di arrivo di un pensiero, o è solo
furbizia mentale :smiley:

un saluto

Il giorno 02 ottobre 2013 13:15, Giorgio R.
[email protected]ha scritto:

Per quello che non capisco perch lavorare noi Italiani in remoto non
possa funzionare … paradossalmente, in questo scenario, saremmo noi
LAVORATORI ITALIANI ad avere un COSTO DEL LAVORO pi basso di quello
londinese … no ?!

In realt a quanto mi dicevano colleghi funzionicchia (un po’)
O sta iniziando a funzionare per alcune realt.

Nel senso che alcune startup, piccole imprese, imprese nascenti (per
esempio fatte da italiani come Limited inglese o Inc americana) iniziano
o
stanno iniziando ad avere collaboratori da remoto in Italia.

Il modello Capobianco che ormai abbastanza noto, o sbaglio ?

Infine, tornando al nostro piccolo di domanda-offerta nel settore
sviluppo sw ror, effettivamente sarebbe utile un marketplace (neel senso
di sitarello web questa volta)

Tipo http://www.starbytes.it/ di Reply ?
:slight_smile:

S.

p.s. Giorgio 2 cents belli lunghi :smiley:

Aggiungo altri 2 cent al calderone :slight_smile:

È vero che ci sono molti vincoli e che spesso le risorse necessarie
semplicemente non sono presenti.

È altrettanto vero che sono diffusissime queste problematiche:

  • non si dice di no al cliente (e guarda caso, quando lo si fa, si
    ottengono spesso ottimi risultati)
  • i bravi dev non vengono valorizzati
  • elevata attitudine al procrastinamento
  • elevato lassismo comunicativo
  • scarsa attitudine all’ottimizzazione dei processi
  • visione “noi/loro” => “io dev/società penso che la società/il dev mi
    fregherà appena ne avrà l’occasione”

n.b.: non voglio atteggiarmi a prima donna, con “bravi dev” mi riferisco
ad
un subset di persone con le quali ho avuto l’onore di collaborare in
passato.

2013/10/2 Giorgio R. [email protected]

Il giorno 02 ottobre 2013 15:45, maurizio de magnis <
[email protected]> ha scritto:

Aggiungo altri 2 cent al calderone :slight_smile:

vero che ci sono molti vincoli e che spesso le risorse necessarie
semplicemente non sono presenti.

altrettanto vero che sono diffusissime queste problematiche:

[…]

Si ma … soluzioni non problemi.
I problemi li sappiamo gi.

S.

p.s. ciao Maurizio, buona giornata :slight_smile:

Il giorno 02/ott/2013, alle ore 16:00, Sergio B.
[email protected] ha scritto:

Si ma … soluzioni non problemi.
I problemi li sappiamo gi.

e se avessimo le soluzioni staremmo qui a parlarne? :smiley:

A.

2013/10/2 Sergio B. [email protected]
[cut]

Si ma … soluzioni non problemi.

Soluzione di base: “più fiducia l’un l’altro” :slight_smile:

Periodo di prova del dev per 1 settimana/1 mese.
Non considerare il remote come un male.
Fare retrospettiva.
Supportarsi da strumenti comunicativi adeguati.
Azzardarsi a dire di no al cliente quando serve.

p.s. ciao Maurizio, buona giornata :slight_smile:

ue, ciao :slight_smile:

Il giorno 02 ottobre 2013 16:31, Andrea P. [email protected] ha
scritto:

e se avessimo le soluzioni staremmo qui a parlarne? :smiley:

Egoiste - YouTube
:slight_smile:

Give back … quando trovi una soluzione.

S.

Il modello Capobianco che ormai abbastanza noto, o sbaglio ?
Why Italy by Fabrizio Capobianco

+1 - io sarei curioso di sapere perche non investono piu aziende in
Italia in questo modo: assumere un po’ di programmatori non e` un
investimento ‘pesante’ tipo una fabbrica che una volta che l’hai
pagata sei legato al posto per N anni.

Una soluzione interessante, IMO e fare il bootstrapping di un'azienda che fa qualche prodotto di nicchia. Io non ci vivo ancora con LiberWriter.com ma i soldi non sono male, e io per vivere... ho anche una famiglia. Se fossi partito piu presto con qualcosa del genere,
magari sarei dedicato al 100% alle cose mie a questo punto!

Ora come ora, e piu facile che mai lanciare una nuova attivita se hai le capacita tecniche per creare qualche prodotto.


David N. Welton

http://www.welton.it/davidw/

http://www.dedasys.com/

Il giorno 02 ottobre 2013 17:07, David W. [email protected]
ha
scritto:

Il modello Capobianco che ormai abbastanza noto, o sbaglio ?
Why Italy by Fabrizio Capobianco

+1 - io sarei curioso di sapere perche non investono piu aziende in
Italia in questo modo: assumere un po’ di programmatori non e` un
investimento ‘pesante’ tipo una fabbrica che una volta che l’hai
pagata sei legato al posto per N anni.

Bella domanda.
In USA per esempio non lo sanno (che volendo ci sarebbe personale ad hoc
qua) ?

Magari considerano il paese e gli abitanti per gli stereotipi
comunicativi
che arrivano ?
(belle donne, dolce vita, calcio, moda, food, territorio, storia … no
high tech :slight_smile:

Una soluzione interessante, IMO e fare il bootstrapping di un'azienda che fa qualche prodotto di nicchia. Io non ci vivo ancora con LiberWriter.com ma i soldi non sono male, e io per vivere... ho anche una famiglia. Se fossi partito piu presto con qualcosa del genere,
magari sarei dedicato al 100% alle cose mie a questo punto!

Ora come ora, e piu facile che mai lanciare una nuova attivita se hai le capacita tecniche per creare qualche prodotto.

Concordo.

S.

Il giorno 02 ottobre 2013 16:33, maurizio de magnis <
[email protected]> ha scritto:

Soluzione di base: “pi fiducia l’un l’altro” :slight_smile:

Periodo di prova del dev per 1 settimana/1 mese.
Non considerare il remote come un male.
Fare retrospettiva.
Supportarsi da strumenti comunicativi adeguati.

+1 su tutto :slight_smile:

S.

e secondo questo articolo di oggi hanno pure ragione

Il giorno 02 ottobre 2013 17:18, Sergio B.
[email protected]ha scritto:

Non so se dice fesserie ma credo che se un’azienda decide di assumere un
italiano in Italia lo deve fare con un contratto di lavoro italiano e
pagando le tasse italiane.
E se quello che dico vero, e se il sito su cui ho fatto i conti (
Calcolo costo del lavoro subordinato) all’azienda
funziona si avrebbe una situazione del genere:

Prendo un bravo programmatore italiano e lo pago 2500 /mese (After tax)
per 13 mensilit (un normale contratto indeterminato)
Al lavoratore entrano 2500 * 13 = 32500 /anno
Mentre l’azienda sborsa 83.940,67 /anno (omnicompresivi)

Quale azienda farebbe mai investimenti in Italia con questi presupposti?
E se a questo aggiungiamo che l’italiano tipo non si fa problemi ad
emigrare e che la situazione da noi precipita sempre pi (ergo sempre pi
gente pronta ad andare via) l’imprenditore straniero sar portato a
investire da noi o ad attendere che siamo noi ad andare da lui (in un
paese
dove magari il costo del lavoro non cos stratosferico)?

Il giorno 02 ottobre 2013 17:29, Sergio B.
[email protected]ha scritto:

Il giorno 02 ottobre 2013 17:21, Graziano F. [email protected]
ha
scritto:

e secondo questo articolo di oggi hanno pure ragione

Beh ma se gli americani sono founder, executive, investor dirigono loro
la
baracca.
E possono fare come vogliono.
Pure trattare le persone (developer compresi) come in Svizzera.
Pure meglio (volendo :slight_smile:

S.

Il giorno 02 ottobre 2013 17:44, Graziano F. [email protected]
ha
scritto:

Non so se dice fesserie ma credo che se un’azienda decide di assumere un
italiano in Italia lo deve fare con un contratto di lavoro italiano e
pagando le tasse italiane.

Non necessariamente.
E’ questo il bello del remote working :slight_smile:

Semplicemente in Italia le varie srl, spa assumono con i contratti
italiani
(e relativi “pesi”) perch non possono fare diversamente.
Magari per comodit dei proprietari, del top management.
Magari perch commercialisti, fiscalisti e consulenti vari li consigliano
cos.
O magari perch non sanno che potrebbero fare in altro modo, trovando
altre
soluzioni.

E se a questo aggiungiamo che l’italiano tipo non si fa problemi ad

emigrare e che la situazione da noi precipita sempre pi (ergo sempre pi
gente pronta ad andare via) l’imprenditore straniero sar portato a
investire da noi o ad attendere che siamo noi ad andare da lui (in un paese
dove magari il costo del lavoro non cos stratosferico)?

Forse a Londra, Berlino.
Ma per andare in USA a lavorare per esempio serve il visto.
Ed appunto un problema per le aziende che hanno bisogno di lavoratori
specializzati.
E non li trovano anche per le difficolt di immigrazione.

S.

Il giorno 02 ottobre 2013 18:11, Lorenzo S.
[email protected]ha scritto:

Soluzioni:

  • immigrate
  • imprenditoria

:slight_smile:

+1

S.

il punto produrre valore in senso stretto ($$$).
Il dev per produrre deve avere un business da far scalare.
In italia il business non scala per tanti ragioni.
Le tasse sono un problema per chi in settori consolidati non in
quelli nuovi / innovativi o presunti tali.
Il punto che non viene creato valore nuovo.

Quindi potete chiedere stipendi pi alti. Sacrosanto ma se il sistema
non fattura c’ poco fa chiedere.

Soluzioni:

  • immigrate
  • imprenditoria

my 2 cents
ciao lo