R: dove sono finiti i creativi?

Il thread e’ diventato decisamente interessante e ricco di spunti…

Buoni questi ultimi due. Anche “The Innovators Dilemma”. Sempre in

tema di materiale che parla di umani e non computer, sto leggendo “the
paradox of choice”, e concordo con molto di quello che dice.

altre letture sotto l’ombrellone:
-Cusumano, “The Business of Software” (un po’ pedante…e’ scritto da un
accademico del MIT…ma molto interessante, soprattutto le storie delle
aziende che propone)
-“Innovation happens elsewhere…” (e’ disponibile anche online). Non lo
ho
ancora letto…e’ in arrivo da amazon:)
-“In search of stupidity” (parla di tutti gli errori strategici che
hanno
fatto aziende di software)
-“Google Story”

piu’ in generale per la reading list mi sono ispirato a:

Vuol dire che uno e arrivato tardi. Paul Graham suggerisce che gli

A proposito di google e riallacciandomi al fatto di arrivare presto.
Perche’
Google ce l’ha fatta? Uno dei motivi decisivi e’ stato il fatto che nel
momento della bolla-internet tutti andavano dai VC con slides
powerpoint,
idee, business plans. Quelli di google invece sono andati dicendo:
“oltre a
vantarci che potremmo averlo piu’ grosso di tutti, ve lo facciamo
vedere…”…e quindi hanno mostrato il sistema funzionante up and
running.

anni subito dopo l’universita` sono il periodo migliore - hai pochi

impegni, puoi subire un po’ di anni senza tanti soldi, e puoi lavorare
molto. Essendomi sposato da un anno… penso che abbia ragione. Ai
30 anni, inizia ad essere tardi` (penso che sia un po’ assurdo che in
Italia molte persone considerino ancora giovane uno di 30 anni).

concordo pienamente. Non credo (piu’ per speranza) che l’eta’ sia un
problema, visto che siamo coetanei e nelle stesse condizioni;). E’ anche
vero il contrario: ai 25 anni credi solo nella tecnologia e vorresti
spaccare il mondo con le capacita’ tecniche. Ai 30 hai visto un po’ come
gira e forte dell’esperienza accumulata puoi capire meglio come
muoverti.
Parlando anche con altri imprenditori in altri settori, mi dicevano che
l’eta’ fertile per mettere in piedi qualcosa e’ dai 30 ai 40.

Cia
-Piero

David, tu hai provato a mantenere o aprire relazioni di business con gli
states? Quali sono nel caso i problemi per un piccolo imprenditore che vuole
lavorare saltando a piè pari il ‘territorio’ locale ?

Ho fatto un po’ da ‘ponte’ per Linuxcare Italia ai tempi… In
effetti, non e una cosa facile, perche la gente preferisce lavorare
con persone che conosce, o che per lo meno puo vedere ogni tanto, sopratutto quando non si trattano di costi molto minori. Purtroppo non credo sia la soluzione, a patto che non fai un sito o un'azienda che non ha molto bisogno di interagire direttamente con i clienti. Questa secondo me e una strada molto interessante.


David N. Welton

Linux, Open Source Consulting

On 7/13/06, Piero C. [email protected] wrote:

molto. Essendomi sposato da un anno… penso che abbia ragione. Ai
30 anni, inizia ad essere tardi` (penso che sia un po’ assurdo che in
Italia molte persone considerino ancora giovane uno di 30 anni).

considera che in italia tradizionalmente prima delle lauree triennali si
finiva di studiare + tardi e il fuori corso era praticamente d’obbligo
:slight_smile:
quindi in generale la vita da adulti partiva più in là. poi per tradizione
molti non lasciavano casa prima del matrimonio!!!

certo che quando sui giornali senti parlare di ‘giovani manager’
quarantenni
o dei ‘ragazzi’ di ventotto/trent’anni viene da ridere (o da piangere?).

purtroppo l’italia è una gerontocrazia. usando internet e la possibilità di
fare business transnazionale dobbiamo riuscire a cortocircuitare questo
sistema poco efficiente.

David, tu hai provato a mantenere o aprire relazioni di business con gli
states? Quali sono nel caso i problemi per un piccolo imprenditore che
vuole
lavorare saltando a piè pari il ‘territorio’ locale ?


Chiaroscuro

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